Gli oli essenziali sono il risultato della lavorazione di alcune piante. Il composto oleoso ottenuto dal procedimento può essere nebulizzato nell’aria con apposti mini riscaldatori di acqua, di solito di ceramica, dentro il quale viene sistemata una candela per far evaporare l’acqua soprastante insieme alle gocce di olio essenziale utilizzato. In alternativa, gli oli essenziali possono anche essere ingeriti in pochissime gocce, ma bisogna saperli scegliere (alcuni infatti possono risultare tossici).
La fragranza emanata nell’aria dall’essenza della pianta ha vari effetti sull’organismo, ma in questo articolo trattaremo un aspetto piuttosto sconosciuto e cioè l’impatto sul corpo eterico e i chakra. In generale un olio essenziale agisce sui recettori olfattivi e trasmette il segnale al cervello. Ad esempio, l’olio essenziale di mandarino può essere inalato, ingerito oppure nebulizzato: in ogni caso agisce come attivatore nervoso, stimola pensieri positivi, gioia di vivere e “risuona” sull’apparato gastro intestinale. Ma esiste un altro effetto più “sottile” che inflenza l’energia pranica dei chakra. Infatti, ogni essenza emana una frequenza vibratoria. Si tratta di energia invisibile agli occhi, ma reale e concreta. Queste frequenze, oltre ad attivare i sensori biologici, stimolano anche le energie dei chakra che maggiormanete risuonano con la specifica essenza utilizzata.
La Fondazione Summa organizza corsi sugli oli essenziali tenuti da Riccardo Guglielminetti, ex biologo e profondo conoscitore degli aspetti energetici emanati dalle piante. Per ricevere maggiori informazioni andate nella pagina CONTATTI e inviate una email.